Tinos: l’arrampicata selvaggia in Grecia

Francesco Sportelli

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Sono stato a lungo dubbioso se scrivere di Tinos.

Sono passati quasi 3 anni da quando con Matteo abbiamo imbarcato crashpad, corde e tutto l’occorrente per andare ad arrampicare in questa piccola isola nell’arcipelago delle Cicladi.

Cercavamo un posto tranquillo dove scalare lontano dalla confusione delle falesie inflazionate, un posto da esplorare e scoprire. Tinos si è rivelata perfetta sotto tutti questi punti di vista: nella stagione invernale e primaverile (noi siamo partiti in Aprile) gli orari di coincidenze fra voli ed aerei su Atene non sono così favorevoli. È necessario volare su Atene ed affrontare oltre 4 ore di traghetto dal Pireo se non si riesce a trovare una soluzione conveniente volando sulla più vicina Mykonos.

Ci siamo chiesti più volte, sia mentre eravamo a Tinos, sia per diverso tempo dopo essere tornati in Italia, se valesse la pena in qualche modo, condividere l’esperienza o mantenerla per noi, per preservare la magia di un’isola che a volte mi è sembrata staccata dalla realtà.

Qual era l’idea alla base? Realizzare un documentario? Arrampicare? Godersi una settimana scalando fra sole e mare?

“Però alla fine possiamo costruire qualcosa che possa spingere l’interazione fra climbing e quest’isola selvaggia”

“E perchè?”

Qual è il limite fra valorizzare le potenzialità del territorio e sconvolgerlo del tutto trasformandolo in un luogo dal turismo forsennato?

Vorrei che Tinos restasse un posto selvaggio, dove è possibile mettere insieme la montagna con il mare, ma mantenendo il tutto difficile. Non si tratta di mantenere segreta un’isola, ma di raccontare di un posto dove arrivi e trovi una o due persone che scalano, o magari nessuna. Un posto dove fatichi a fare tutto.

Questa indecisione - nel voler mantenere un luogo ancora poco conosciuto così come l’avevamo trovato allora - è presto andata a braccetto con la scusa di voler montare un “video fatto bene” (unita al poco tempo per farlo), facendo trascorrere anni prima che la mente tornasse all’isola.

Tinos resta ancora, fra le altre isole greche, un angolo inesplorato e selvaggio: se resta ampio lo spazio per l’avventura, nella scalata, nell’esplorazione, resta enorme lo spazio di silenzio e tranquillità anche nel bar più affollato della sua città più grande.

Se siete climber scordate Kalymnos: a differenza della mecca del climbing greco e mondiale (che dista qualche ora di traghetto da Tinos), non abbiamo trovato negozi di arrampicata, nè una comunità di climber, nè tantomeno la frenesia ed il rumore del turismo d’arrampicata.

Pur essendo un’isoletta piccola (in 30 min in macchina si gira tutta) abbiamo dovuto fare una scelta delle aree dove arrampicare: ci siamo dedicati due giorni al boulder esplorando Volas e Livada, ed un altro giorno intero scalando ad Exomvourgo, una sorta di panettone di roccia al centro dell’isola.

Il fatto che l’unica guida cartacea contenente i boulder sia in lingua tedesca, la dice lunga su quanto quest’isola sia lontana dalla frenesia di altri luoghi più famosi per l’arrampicata mondiale.

Livada Beach

Boulder dalle forme lunari a Livada Beach, Tinos

Livada Beach è sicuramente uno dei posti migliori dove scalare a Tinos: raggiungerla in macchina non è semplicissimo, anche perchè la strada non è delle migliori, ma lo spettacolo alla fine dello sterrato è maestoso: boulder ovunque a ridosso di una spiaggetta isolata, mare cristallino, roccia dolorosissima.

Il posto perfetto per trascorrere una giornata intera scalando finchè il sole lo permette e facendo il bagno quando è troppo caldo.

Gli unici compagni saranno probabilmente le papere.

Exomvourgo

Exomvourgo svetta proprio al centro dell’isola: qui è possibile abbandonare per un po’ i crash pad e divertirsi su tiri di corda lunghi anche 40 metri. Un bel po’ di informazioni sulle vie si trovano a questo sito:

L’area di arrampicata è grande, con 9 settori che comprendono sia falesie sia aree dove è possibile scalare su vie multi-pitch.

La vista dall’alto delle vie è davvero scenografica: Exomvourgo è l’unica formazione quasi montuosa dell’isola, quindi il panorama spazia fino alle coste dell’isola rendendo l’arrampicata di grande respiro.

I sentieri per raggiungere la base delle pareti spesso non sono pulitissimi, ma vale la pena ravanare fra i rovi per godersi la vista.

Volas

Matteo guarda assorto la colline piene di boulder a perdifiato fra le colline di Volas

Volas è un piccolo borgo nel centro di Tinos: se è raro incontrare macchine che vanno nella stessa direzione mentre si raggiunge il paesino, è ancora più raro incontrare qualcuno fra le stradine del paese.

É più probabile che incontriate un gregge di capre, padrone delle strade e di tutta l’isola. Una volta lasciata l’auto in paese ci si può muovere a piedi: tutt’attorno al centro abitato, le colline di Volas sono piene di sassi da scalare di qualsiasi fattura e dimensione.

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