Solitaria al Monte Spedone

Francesco Sportelli
3 min readMay 3, 2020

Pensieri senza un filo in scalata solitaria su Charlie e il Drago.

La parete del Monte Spedone al tramonto

Volevo scrivere un pezzo su quando scalo in solitaria. Ma in quelle giornate sono così presente che al ritorno a casa faccio fatica a mettere assieme i pezzi. Perciò ciò che segue non è un racconto, ma sono solo pensieri in ordine sparso.

La mia voglia di scalare subisce quasi sempre una serie continua di alti e bassi: passo dall’eccitazione incontrollabile, quella in cui ti prudono talmente le mani che ti appendi alle porte dei bagni dell’ufficio, all’apatia totale, che arrivi in falesia e l’unica cosa che vuoi fare è stenderti a prendere il sole e guardare gli altri scalare.

No rush. Nella scalata in solitaria non hai il socio a darti il cambio per scalare alternati. Scali, con calma, senza mai fermarti: quando arrampichi da solo il tempo in cui scali è una minima parte di quello che fai in parete. Il resto è fatto di nodi, di risistemare l’imbraco, fissare le corde, recuperare il saccone, calarsi, risalire le corde, smontare i tiri. No rush me lo sono scritto a penna sulla mano destra, pensando di vederlo mentre scalavo e ricordarmi di questo pensiero. Pensavo male.

L’obiettivo non è arrivare in cima: infatti non ci arrivo. Dirò poi che ero stanco, che l’importante è divertirsi, che ero comunque felice. Ma spesso l’uomo si prende in giro prima che lo prendano in giro gli altri.

Faccio un casino con le corde che i miei allievi al confronto sono istruttori CAI. Bestemmio, ma l’unica con cui posso bestemmiare è me stesso.

Arrivo alla base della parete e non ho voglia.

Non parlo volentieri delle mie giornate da solo a scalare.

Una sequenza di buchi molto lunga, sono ghiso. Volo, diversi metri. Tiro un urlo manco stessi morendo. Ma non mi sente nessuno, perchè sono solo in parete.

Vado talmente piano che costruisco persino una sosta semimobile da manuale.

Non c’è nulla. Non c’è il tuo compagno a incitarti. Nessuno ti fa sicura. Non c’è nessuno che ti tiene. Non c’è backup: se cadi, non succede niente, come quando scali con qualcuno che ti fa sicura. Eppure ti caghi.

Non c’è il tuo compagno sotto di te, cui devi prestare attenzione se la roccia è pessima: se fai cadere un sasso puoi far fuori la sosta che tu stesso hai costruito. Funny.

Roccia top, tanta erba e qualche passo da brivido su Charlie e il Drago
Roccia top, tanta erba e qualche passo da brivido

Ho smesso di avvisare gli altri che vado a scalare da solo: ogni volta, il giorno prima, è un susseguirsi di messaggi: “Ocio”, “Mi raccomando stai attento”, “Scrivi appena sei in cima”, “Mi raccomando domani, testa sulle spalle”.

In mente ho sole le parole di Cedar Wright:

Rock climbing is not golf, ok? It is supposed to be dangerous.

I mean,
people think climbing should be this safe sport like gymnastics
or something. I say screw that.

I mean,
all climbing is supposed to be adventurousness.It is supposed to be a little dangerous.
It is supposed to be exciting, you know.
I mean WTF

[Cedar Wright]

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